Navigation Menu+

Paradiso

Mamì

-“Pronto? Scudo di Pan?”-
-“Si, dica pure”-
-“Guardi che c’è un cane in mezzo alla statale che va in Casentino, è magrissimo e non si muove da lì, con il rischio di essere travolto dalle auto. Ve lo possiamo portare?”-
-“Siamo spiacenti signora, ma al momento non abbiamo assolutamente posto. Inoltre nella nostra casa-rifugio non sono previste gabbie di accoglienza per i cani, quindi ad introdurlo in mezzo agli altri potrebbe correre il rischio di essere aggredito”-
Passano dieci minuti e squilla di nuovo il cellulare:
-“Associazione Lo Scudo di Pan, dica…”-
-“Guardi, sono quella di prima. Il cane lo abbiamo caricato in macchina mentre stava mangiando i resti di un gatto schiacciato, sull’asfalto. Ha la coda sanguinante ed è allo stremo, si è fatto mettere in macchina senza reagire…”-
-“Signora, come le ho spiegato, purtroppo qui non abbiamo la possibilità di alloggiarlo. Chiami i Carabinieri di Subbiano i quali la metteranno in contatto con la ASL veterinaria di Arezzo. Ci dispiace veramente, mi creda…”-
Passano altri cinque minuti e il campanello della casa-rifucio si mette a squillare. Scoppia un finimondo di latrati e tutti i cani presenti si accalcano alla porta d’ingresso. Un volontario apre uno spiraglio di porta, mettendo fuori la testa. E’ quasi buio fuori, una signora si fa avanti dicendo: “Questo è il cane che abbiamo salvato dalla strada!”
Accanto a lei uno scheletro di maremmano, dal pelo arruffato e sporco, lo sguardo quasi vitreo, dietro un ragazzo ed una ragazza, probabilmente i figli della signora.
Il volontario esce chiudendosi dietro la porta, si avvicina alla povera creatura completamente debilitata, notando alla attaccatura della coda una grossa ferita purulenta: questo cane deve essere immediatamente curato.

Viene caricato sull’auto dell’associazione e portato dal veterinario più vicino. Era il settembre del 2008. E’ così che Mamì, femmina di maremmano meticcia, è entrata in pianta stabile nella nostra casa-rifugio. La coda non è stato possibile salvarla e si è dovuto amputarla per evitare che la necrosi attaccasse anche il resto del corpo.

Mamì si è ripresa alla grande nonostante l’età non più giovane, ha rivelato un ottimo carattere, legando quasi subito con i numerosi ospiti della casa-rifugio. Ora è talmente in forze, da aver donato in tre anni il suo sangue per ben cinque volte. I veterinari infatti, quando capita di dover fare delle trasfusioni ad altri cani, telefonano allo Scudo di Pan sapendo che Mamì e Diana (una bellissima labrador femmina) sono donatrici di sangue.

Oggi, 24 Marzo 2017, tristemente per tutti noi, Mamì ci ha lasciato. 
La sua vita era partita in salita, giungendo allo Scudo di Pan nel 2008, e si è spenta oggi lasciandoci addolorati, eppure lieti di averla conosciuta e grati per il bene che ha potuto fare, dopo l’intervento di qualcuno che ha voluto prendersi cura di lei.
CIAO MAMI’!

(Ringraziamo Arezzo Pet Service, per averla accompagnata nell’ultimo viaggio).

CISPO VISPO

 

Una signora di Poppi aveva saputo da un’amica che una Associazione nata da pochi mesi accoglieva cucciolate di gattini indesiderati. Fu così che si presentò, una mattina di novembre, con tre mici dentro un cesto di vimini. Era il 2006 e Lo Scudo di Pan aveva solo sette mesi di vita. Loro invece, i gattini, due femmine e un maschio, di mesi ne avevano appena due. Il fratellino, come disse la signora in questione, aveva una “cosa strana” in un occhio. La “cosa strana” era un forasacco che si era piantato nell’angolo dell’occhio e che poco alla volta era quasi completamente entrato nella piccola ghiandola lacrimale!

Gli venne immediatamente estratto con mille precauzioni e il nome Cispo da affibbiargli venne spontaneo a tutti i presenti. Cispo Vispo (secondo nome d’obbligo, vista la vivacità del soggetto) sono ancora presso di noi e attendono almeno la soddisfazione di una adozione a distanza.

 

Otto

Otto è il classico esempio di cane che, trovata una famiglia adottiva quando era un batuffolo di cucciolo dagli occhioni grandi, tanto carino per farci giocare il bambino, ha avuto in seguito il torto di crescere. Adottato e prelevato dal canile comunale di Città di Castello, accolto in casa, vezzeggiato e coccolato, dopo qualche mese e qualche suppellettile da lui rovinata si ritrovò legato alla catena senza capire il perchè.

Una studentessa, che abita nella casa di fronte, vedeva questo povero cane perennemente fermo (la catena non era più lunga di un metro e mezzo), di giorno e di notte, sotto il sole o la pioggia o il gelo invernale, senza neppure una cuccia dentro cui ripararsi. Avvisò del fatto “Lo Scudo di Pan” che intervenne andando a parlare con la padrona del cane. Dopo un breve colloquio durante il quale la signora si mostrò più che determinata a liberarsi di lui, Otto entrò momentaneamente nella casa-rifugio, con la speranza di trovargli quanto prima una vera famiglia che sapesse volergli bene.
Passarono così molti giorni, ma nessuno voleva adottare Otto: “Troppo grande, vogliamo un cucciolo!” dicevano tutti. Poi comparve un cacciatore, il quale aveva saputo del setter meticcio da una anziana signora che si era presa a cuore la sorte dello sfortunato animale. Volle vederlo, con occhio critico, e disse che prima di firmare il foglio di adozione lo avrebbe “provato” per una quindicina di giorni e capire se aveva attitudine alla caccia. Otto, per come si era mostrato sino allora, era una cane tranquillo, un po’ triste ma non timoroso: si fidava ancora degli esseri umani…
Venne dunque affidato a quell’uomo: un errore che la nostra associazione non ripeterà mai più! Dopo circa venti giorni infatti torna il cacciatore con Otto tenendolo con una corda al collo. “Questo cane non è buono a niente!” sono state le sue parole. E se ne è andato. Ma era proprio Otto il cane che, rientrato nella casa-rifugio, si era rincantucciato in un angolo, con lo sguardo torbido, magro sfinito e con un frenetico “ballo di San Vito” che non lo teneva ferma un attimo?
I nostri volontari gli si avvicinarono per tranquillizzarlo, ma lui cominciò ad ululare disperatamente, buttandosi sulla schiena per evitare di essere preso per il collo. Gli occhi erano diventati bianchi: dal terrore di essere picchiato, li aveva completamente rovesciati! Continuava tuttavia ad agitare le zampe per grattarsi: il suo mantello non era nero di sporcizia, come era sembrato in un primo tempo, era completamente ricoperto di pulci, centinaia e centinaia di pulci che lo stavano divorando!
Ci volle del bello e del buono per riuscire ad afferrare quel povero animale martoriato, avvolgerlo in una coperta, caricarlo in auto e portarlo immediatamente al più vicino lavaggio per cani. Furono impiegate ben tre ore tra insaponature, sciacqui, risciacqui e antiparassitari, per liberarlo completamente da quel tormento. Vi erano anche ferite da morsi di altri cani, oltre alle croste sulla pelle causate dal suo continuo grattarsi. Ma ai danni fisici si è rimediato in breve tempo, compresa la spaventosa magrezza.
Ci sono voluti invece anni per guarire l’anima di Otto, la sua psiche. Tuttora lui non si fida ancora completamente neppure dei volontari che lo accudiscono con amore tutti i giorni, e di tanto in tanto gli riprendono gli attacchi di panico. Il suo continuo abbaiare isterico per un nonnulla è la sua denuncia al mondo del male patito per mano di un criminale! Otto odia i cacciatori (e non è il solo!!!).

APRILIA

Aprilia viene dal canile di Lucignano (Arezzo). Era l’ottobre del 2007 e lei aveva circa un anno e mezzo quando fu tolta da quella struttura. Lo Scudo di Pan infatti si assunse l’impegno di trovare a questa creatura tutta pelo una famiglia.

Dopo qualche giorno di permanenza nella nostra casa-rifugio, Aprilia venne adottata da una signora di Montevarchi; sembrava una adozione sicura, in quanto la signora in questione e suo marito, al momento della firma del foglio di adozione, si erano infervorati nel progettare acquisti per la cara bestiola, dalla cuccia alla pettorina, al guinzaglio, nonchè una visita di controllo presso un loro veterinario di fiducia. “Bene!- abbiamo pensato – questa cucciola sarà di sicuro amata!” Ma il giorno successivo, di mattina presto, ricevemmo una telefonata che ci intimò di andare a riprendere immediatamente Aprilia perchè…”…questo cane abbaia!!!”
In questi casi la cosa migliore è andare a riprendere subito l’animale senza cercare di mediare. Evidentemente moglie e marito credevano di aver adottato un “peluche”. Quella casa non era certo adatta per accogliere un cane.
Così Aprilia è tornata il giorno stesso da noi, tutta scodinzolante e felice di essere nuovamente tra amici, amici veri! Da cosa deriva il suo buffo nome? Dal fatto che quando abbaia sembra un 125 c.c. scarburato. Deve essere stata questa strana abbaiata a sconvolgere la famiglia di Montevarchi!

BUCK

  • colore: marrone chiaro
  • carattere: dolcissimo
  • rapporto con gli altri cani: ottimo
  • età presunta al momento dell’ arrivo nel 2008: 1/2 anni
  • arriva da: Latina

Buck è nato a Latina, nel Lazio, presumibilmente nel 2007. Non sappiamo nulla di lui, se ha mai avuto una famiglia che lo abbia adottato da cucciolo, o se è sempre stato un cane di strada fino al momento in cui venne travolto da un’auto, rimanendo così paralizzato agli arti posteriori. Fatto sta che Buck si ritrovò nel canile comunale di Latina.

Ora non tutti sanno che esiste una legge che vieta la soppressione dei cani randagi nei canili, come purtroppo avveniva un tempo, a patto però che il cane sia sano e autosufficiente. Buck non lo era, per cui il veterinario della USL di quella città aveva dato l’autorizzazione per sopprimerlo. Ma nonostante tutto, si può dire che Buck sia nato sotto una buona stella.

Infatti una giovane veterinaria, che prestava servizio come volontaria in quel canile, si ricordò di aver conosciuto mesi prima alla Festa dell’Uva di Subbiano una giovane associazione animalista che ospitava nella propria casa-rifugio un cane paralizzato, il mitico Flippo Lippo!

Si mise così immediatamente in contatto con Lo Scudo di Pan, chiedendo aiuto per il povero Buck, e lo portò fino a Capolona, dopo averlo sterilizzato, vaccinato e microcippato, tutto a spese sue. Buck si ambientò subito, venne accolto senza difficoltà dagli altri ospiti e dopo un po’ di tempo accettò la sua infermità, abituandosi a camminare con un carrellino che Lo Scudo di Pan acquistò dopo pochi giorni dal suo arrivo, grazie anche agli insegnamenti di Flippo Lippo che con il carrellino ci camminava già da quattro anni.

Commuovente fu anche la generosità dei clienti di un Centro Commerciale di Castelnuovo di Subbiano. Lo Scudo di Pan infatti effettuò una raccolta di denaro in favore di Buck, con lui presente in braccio ai volontari dell’associazione, avvertendo gli avventori che le eventuali offerte raccolte servivano per l’acquisto di un carrellino per il cane paralizzato. Fu così che i 300 euro necessari vennero raccolti nel giro di poche ore e due giorni dopo Buck aveva il suo veicolo personale! Buck, come tutti i cagnolini ospiti del rifugio è adottabile solo a distanza (vedi sezione dedicata, clicca ADOZIONI A DISTANZA).

aggiornamento 3 agosto 2022: purtroppo oggi il nostro amatissimo cagnolino con gli occhi dolci ci ha lasciato…buon ponte tesoro,ci mancherai tantissimo.

 

2021: Buck si gode il sole nel suo spazietto all’aperto dedicato. Più dietro, il suo amico Teo.

Luna

” Ciao io sono Luna, la mia vita è iniziata davvero male perchè la mia mamma è stata uccisa da un cane e io e la mia sorellina siamo le uniche sopravvissute… Siamo state accolte da una persona e qualche mese dopo ho cambiato casa e ho conosciuto quella che sarebbe diventata la mia Famiglia. Ero talmente piccola che mi hanno viziata e coccolata ogni giorno, pensate che mi sono conquistata il lettone già la prima sera (in seguito poi ho conquistato anche la mia sedia a tavola per osservare dalla migliore posizione e persino la tastiera del pc). Dopo una grande perdita nella mia Famiglia ho giurato di stare accanto per sempre alla mia padroncina che aveva 8 anni, e così è stato fino a oggi… ”

Ciao Piccola mia, sono felice di essere cresciuta con te in questi 16 anni e so che lassù continui a farmi le fusa…
Maria Luisa